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Jardines de Italia


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jueves, septiembre 24, 2009 :::
 

Fuente: Marigliano
Fecha: 24-9-09
Autor: Giovanni Villano

A Marigliano il più bel giardino del sud Italia

L’incanto di un paesaggista è in via Cavour, a Marigliano. La rivista “Casa mia decor”, nell’ambito dello spazio dedicato alle più belle cose del Mediterraneo, ha individuato nella villa Bruscino il più bel giardino del sud Italia. A realizzarlo qualche anno fa fu l’imprenditore botanico, Mario Margheriti,valente architetto e presidente del vivaio Torsanlorenzo Florovivaisica.

“Quello di casa Bruscino è un vivaio importantissimo per collezione, bellezza e varietà di essenze arboree e floreali con incantevoli chiaroscuri di stile inglese, fughe prospettiche e angoli alberati di struggente romanticismo”, scrive Patrizia Spinelli Napoletano nel servizio che appare sul numero di settembre di Cmd. Un vivaio incantevole, quello mariglianese, diventato un modello per tutta Italia fino al punto che nei giorni scorsi è stato punto di incontro dei campisti nazionali.

A fare da guida agli amanti della flora è stata la signora Carmela Bruscino a cui in particolare sono state chieste spiegazioni sull’origine di un raro melograno di colore arancione e di alcuni fiori che provengono dalla splendida isola d’Ischia. Il giardino di villa Bruscino, infatti, raccoglie in un unico polmone verde tutta l’Italia attraverso un favoloso viaggio tra verde, fiori e natura.
Il tutto fa da sfondo alla bellissima villa progettata dall’architetto sorrentino, Alessandro Fiorentino. Un miracolo attuato nell’ultimo decennio grazie alla sensibilità dei proprietari e che pone Marigliano all’attenzione dei più grandi botanici. All’incontro, che ha aperto le porte della villa a tutti gli esperti, hanno preso parte anche il cavaliere, Guido Galdi, giornalisti, e i vertici dei Lions Club vesuviani.


::: Noticia generada a las 5:45 PM


 
Fuente: Il Resto del Carlino
Fecha:21-09-09


IL RESTAURO
Torna a vivere il giardino di Ludovico il Moro 'Rinasce' il verde di Palazzo Costabili

Gli spazi verdi dell'antico palazzo, sede del Museo Archeologico di via XX Settembre, risplendono grazie a un progetto di valorizzazione


Ferrara, 21 settembre 2009 - Un futuro luminoso attende il giardino di palazzo Costabili, detto ‘di Ludovico il Moro’. Forse lo Sforza non vi ha mai passeggiato, anche se ha avuto visitatori illustri, da Balbo a Zaccagnini, da Hitchcock a Re Gustavo di Svezia. Ma quel che è certo è che si tratta dell’unico esempio di giardino formale storico sopravvissuto a Ferrara.

Per questo la direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna ha deciso di utilizzare parte dei fondi Lotto 2004-2006 per valorizzare gli spazi verdi del museo con un intervento che porti al restauro dei suoi valori storici e formali e a un’ottimizzazione delle risorse di manutenzione.Basandosi su rigorose indagini storico-archivistiche, agronomiche, palinologiche ed archeologiche, il restauro del giardino di Palazzo Costabili, sede dal 1935 del Museo Archeologico Nazionale, restituirà alla collettività uno straordinario episodio di storia urbana.

L’attuale giardino, quello a mezzogiorno, non è l’originale cinquecentesco ma una simulazione neo-rinascimentale realizzata alla metà del secolo scorso su un’area che corrispondeva in parte con gli antichi orti del palazzo. Il giardino di rappresentanza vero e proprio, di cui non rimane che un brandello, si trovava a levante, lungo la via della Ghiara.
Il giardino ha subìto nel tempo molti interventi ma l’impianto delle varie specie è sempre stato dettato più da opportunismi o mode del momento, che da un progetto organico e unitario. Non bastasse, lo stato dell’impiantistica è obsoleto, alcuni alberi mostrano preoccupanti segni di degrado e necessita di manutenzioni sproporzionate alle risorse umane del Museo.

Il nuovo giardino manterrà l’impostazione storica degli anni Trenta, i percorsi geometrici con le siepi di bosso, il labirinto, il pergolato di rose, il fondale coi monumentali cedri del Libano, ma proporrà anche una nuova interpretazione del verde, eliminando le piante più recenti per sostituirle con quelle storiche recuperate grazie a sofisticate ricerche interdisciplinari. Nell’area che ospitava il cosiddetto barcone di Logonovo sarà impiantato una sorta di museo ‘archeo-geo-morfologico’, una specie di piccolo giardino Zen in cui saranno esposti i segnacoli tombali rinvenuti nella necropoli spinetica, elementi lapidei provenienti da tutto il bacino del mediterraneo che testimoniano le rotte commerciali dell’emporio etrusco-greco di Spina.
Il progetto di restauro si avvale di indagini a tutto campo in grado di garantire all’intera operazione un quadro conoscitivo il più possibile preciso e dettagliato. Indagini archeobotaniche e palinologiche hanno restituito interessanti dati sulle specie vegetali presenti nell’area nel corso dei secoli. Studi agronomici condotti da Giovanni Morelli, in collaborazione con il Comune di Ferrara (che ha anche sostenuto le spese), hanno consentito di ricostruire un quadro completo dello stato vegetazionale e agronomico. L’istituto Navarra di Ferrara ha clonato il bosso originale per mettere a disposizione nuove piante da impiegare nella integrazione delle siepi.


::: Noticia generada a las 5:17 PM




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